Clima, per l’Unicef situazione “disastrosa”: 1 miliardo di bambini “a rischio estremamente alto”.

di Brando Ricci

Indondazioni, ondate di calore, diffusione di malattie e siccità: la crisi climatica è anche una crisi dei diritti dell’infanzia.

Circa un miliardo di bambini del mondo si trova in una condizione di “rischio estremamente alto” rispetto all’impatto dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento. A certificarlo è un report dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, l’Unicef, pubblicato oggi.

Il dossier definisce l’attuale situazione climatica “disastrosa in modo inimmaginabile”. Nel documento, stando a quanto si legge sul portale dell’agenzia dell’Onu, si afferma che circa la metà di tutti i bambini che abitano il pianeta, approssimativamente un miliardo, vivono in Paesi ritenuti “ad alto rischio” in relazione al riscaldamento climatico.

Nei 33 Paesi del mondo che rientrano in questa definizione secondo l’Unicef, tra i quali ci sono anche Nigeria, India e buona parte dell’Africa sub-saharania, riferisce il quotidiano britannico The Guardian, gli abitanti più piccoli sono esposti allo stesso tempo a tre o quattro delle conseguenze dei riscaldamenti climatici, che comprendono, tra le altre, indondazioni, ondate di calore, diffusione di malattie e siccità. Tutti i bambini della terra invece, stando a quanto sostengono gli autori del documento, sono soggetti al rischio che comporta almeno uno di questi eventi.

Il report dell’Unicef, riporta sempre il Guardian, è il primo a combinare insieme i parametri relativi alla vulnerabilità dei bambini con mappe ad alta risoluzione che mostrano gli impatti dei cambiamenti climatici sull’ambiente. Il documento, che è stato intitolato ‘The Climate Crisis is a Child Rights Crisis’, letteralmente ‘la crisi climatica è anche una crisi dei diritti dell’infanzia’, è stato lanciato insieme alla giovane attivista svedese Greta Thunberg in occasione del terzo anniversario del primo “sciopero scolastico per il clima”. L’iniziativa, promossa da Thunberg nel 2018, ha dato poi il la al movimento noto come “Fridays for future”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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