CULTURA. QUATTRO PROGETTI SPAZIALI PER MONITORARE SITI ARCHEOLOGICI.

COLLABORAZIONE ASI-MIC, OBIETTIVO TUTELA BELLEZZE PAESE (DIRE) Roma, 14 giu. – Un aiuto dallo spazio per salvaguardare le bellezze della Terra. E’ questo il senso dei quattro progetti presentati questa mattina durante la conferenza stampa ‘Progetti ESA 5G for L’ART e del MoI ESA-MiC per il monitoraggio e conservazione dei beni culturali immobili’. “Nel nostro Paese abbiamo un patrimonio artistico enorme, pensiamo solo ai 55 siti Unesco che diventeranno a breve 57. Un patrimonio che però dobbiamo riuscire a difendere- ha dichiarato Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato- non solo dai cambiamenti climatici. La prima sperimentazione di questo tipo è stata fatta a Pompei nel 2015-2016 poi quando nel Conte I sono diventata sottosegretario abbiamo deciso di mettere questi progetti a sistema. Anche perché questi sono progetti dalle mille sfaccettature perché servono per salvaguardare i siti archeologici, ma anche per creare nuovi posti di lavoro, oltre ad agevolare il turismo”. I quattro progetti – Vadus, Space to Tree, Amor, Pomerium – sono sostenuti dalla Agenzia Spaziale Italiana nell’ambito del programma ‘Artes’ dell’Agenzia Spaziale Europea e sono incentrati sulla realizzazione di sistemi di monitoraggio avanzati per il patrimonio culturale, con l’integrazione di diverse metodologie e tecnologie per estrarre informazioni a valore aggiunto volte a supportare le attività dell’ente gestore, in particolare le attività relative alla pianificazione e gestione delle manutenzioni. Gli scenari di rischio affrontati con le tecnologie previste dai progetti sono vari, si va dal monitoraggio della stabilità del suolo e dei manufatti, l’impatto delle attività antropiche, l’analisi della vegetazione infestante, le analisi della concentrazione ed effetto degradante di agenti inquinanti nell’ambiente urbano.

“L’Italia vista dallo spazio è ancora più bella- ha dichiarato Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana- le immagini che vengono prese dai satelliti del nostro Paese rendono l’idea di che cosa il nostro Paese abbia rappresentato nel corso dei millenni. Gli strumenti spaziali vengono utilizzati, già da anni, per difendere il patrimonio culturale, l’Asi collabora con il Ministero della cultura da tempo e lo fa sia direttamente sia attraverso gli strumenti dell’Esa in particolare con il programma ‘Artes’. Voglio sottolineare la capacità e la necessità della data fusion, la fusione dei dati provenienti da settori e da strumenti diversi tramite l’intelligenza artificiale; grazie a ciò siamo in grado di fare un monitoraggio accurato del sito in questione”. Per capire le potenzialità di questo nuovo tipo di monitoraggio “pensiamo al satellite Prisma, che ci fornisce informazioni preziose sui possibili inquinamenti del sito osservato. La collaborazione fra spazio e cultura è una delle chiavi per il successo nel futuro”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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