SANITÀ. GELMINI: NO A NUOVO CENTRALISMO, MA LE REGIONI DEVONO ASCOLTARCI.

(DIRE) Roma, 23 mag. – “Non scopriamo oggi di avere 21 sistemi sanitari diversi e la pandemia è stata uno stress test per tutto il pianeta. Siamo al lavoro per migliorarli tutti e renderli più performianti e omogenei: le risorse del Pnrr serviranno anche a questo. Detto ciò, è lo stesso generale Figliuolo nella sua lettera di ieri a sottolineare l’ottimo lavoro svolto dalle Regioni e la grande collaborazione nella campagna vaccinale. Mi pare che 30 milioni di dosi inoculate al 22maggio siano un risultato di tutti”. Così Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, in un’intervista a “La Stampa”. “È comprensibile che le Regioni a più alta vocazione turistica cerchino di massimizzare i risultati ma ci sono problemi organizzativi complessi e c’è il rischio di potenziali squilibri nelle forniture. È doveroso remare tutti nella stessa direzione e rispettare le linee guida nazionali. Se proseguiamo al ritmo di 500 mila dosi al giorno, il problema sarà comunque molto contenuto”. “Figliuolo svolge egregiamente il suo ruolo anche di stimolo, perché tutti devono rispettare il piano. Mi pare che nella sostanza le Regioni lo stiano facendo. Poi c’è chi ha una velocità più accentuata e magari getta il cuore oltre l’ostacolo e c’è anche il problema che, crescendo la platea di vaccinati, si possono incontrare più resistenze. Ma un conto sono le dichiarazioni e un conto è la concreta operatività quotidiana”. “Non c’è nessuna anarchia. Lo dico dal mio punto di vista che è quello della Conferenza Stato-Regioni: questa conflittualità e queste differenze non ci sono, le Regioni stanno facendo la loro parte, nonostante alcune oggettive difficoltà”. Cosa ne pensa delle linee guida di Figliuolo? “Le condivido. Trovo giusto aumentare la platea dei vaccinatori. Ci avviciniamo alla campagna di massa e finalmente ci si potrà vaccinare anche in farmacia”. Federalismo sanitario: le differenze tra Regioni sono evidenti, dal suo punto di osservazione quale riforma bisognerebbe fare? La revisione del titolo V prevista dal referendum di Renzi era sacrosanta? “Si immagini se in piena emergenza potevamo metterci a discutere di come riformare la Costituzione… Noi abbiamo le nostre idee, ma le emergenze si affrontano a Costituzione vigente. Con il nostro governo abbiamo valorizzato il principio della leale collaborazione fra Stato e Regioni e penso che un nuovo centralismo porterebbe a un livellamento verso il basso sbagliato. Ma di questo avremo tempo di parlare: mercoledì sarò in audizione alla Bicamerale per il federalismo fiscale”.

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