LE REGIONI PIU’ COINVOLTE SONO EMILIA ROMAGNA E BASILICATA (DIRE) Roma, 26 dic.– “Saranno 53 i permessi di ricerca finalizzati alla ricerca di idrocarburi che potranno essere autorizzati nelle prossime settimane dal MISE (l’elenco e’ consultabile qui: https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/2-non-categorizzato/2036064 -db-titoli) dopo che i termini previsti dall’art.11 ter del DL 135/2019, che aveva previsto una moratoria di 24 mesi per il rilascio di nuove autorizzazioni a trivellare, stanno scadendo nonostante una proroga di sei mesi gia’ concessa nel febbraio del 2020”.Lo denuncia il coordinatore nazionale de Verdi che aggiunge: “Dal decreto legge mille proroghe e’ scomparsa la norma che prorogava la moratoria per le autorizzazioni a nuove ricerche di petrolio in terraferma e a mare e in virtu’ di cio’ potranno essere autorizzate nuove domande di ricerca a trivellare perche’ la legge prevedeva che la moratoria di 24 mesi sulle nuove autorizzazioni alla ricerca di idrocarburi dovesse essere finalizzata alla redazione del piano delle aree idonee (PiTESAI) da realizzare entro 18 mesi dalla pubblicazione in GU della legge, in assenza di questo piano sempre secondo l’art.11 ter del DL 135/ 2019 i procedimenti e le istanze di permesso riprendono efficacia entro 24 mesi: la scadenza dell’adozione del piano e’ febbraio 2021. Questo piano- continua l’esponente dei Verdi- non e’ stato redatto per cui nelle prossime settimane permessi di ricerca e autorizzazioni a trivellare potranno essere concessi a partite a regioni come l’Emilia Romagna, Basilicata dove si concentrano le maggiori istanze di ricerca di idrocarburi, nel mar Adriatico, Ionio e nel canale di Sicilia”. Per Bonelli “il governo non sta lavorando alla transizione energetica e continua a puntare sulle fonti fossili, ad esempio nel mar Adriatico a largo di Rimini si blocca un impianto offshore di produzione di energia eolica mentre il governo da’ il via libera alle trivelle: una contraddizione eticamente inaccettabile. I responsabili di questo pasticcio sono i ministri dell’Ambiente Sergio Costa e dello Sviluppo economicoStefano Patuanelli che non hanno redatto il piano che loro stessi avevamo proposto nel DL semplificazione 135/2019, due ministri del M5S si sono resi responsabili di questo pasticcio ovvero far decadere la moratoria sulle trivellazioni perche’ non hanno redatto e adottato il piano che la legge da loro voluta e scritta prevedeva. La domanda e’: e’ stata negligenza o un atto scientificamente programmato per ritornare a far trivellare i nostri mari e le nostre terre? In ogni caso il loro comportamento e’ inaccettabile”, conclude Bonelli.
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