MSGC – Lo stato dell’Ambiente 2020 – Il saccheggio del territorio.

Fare Verde Monte San Giovanni Campano definisce disastrosa la situazione che attanaglia  il territorio Comunale  convinta che le sfide ambientali che abbiamo davanti come la perdita della biodiversità, il collasso dei servizi eco sistemici, l’inquinamento, l’abusivismo edilizio, il consumo del suolo e i cambiamenti climatici potrebbero essere vinte se solo ci fosse  la volontà di vincerle. La nostra Associazione è  consapevole innanzitutto della perdita irreversibile di un certo numero di specie che sono state  soppiantate dall’invasione di specie aliene (Granchio di fiume, Gambero di fiume, Salamandrina dagli occhiali, Raganella)   . 

Siamo sull’orlo di un disastro climatico e ci troviamo, quindi ,  ad affrontare sfide ambientali di portata e urgenza senza precedenti. Abbiamo bisogno, anche nel nostro piccolo,   di un’azione urgente  per affrontare il cambiamento climatico, e per  raggiungere all’unisono  con l’azione europea una leadership mondiale. Per questo motivo,  l’Italia e l’Europa  hanno dichiarato l’emergenza climatica e ambientale, hanno riconosciuto che non si può più continuare come in passato. Abbiamo bisogno di cambiamenti coraggiosi e massicci, che coinvolgano totalmente la nostra società . Abbiamo anche bisogno di lavorare in modo diverso, nei diversi settori, tra le generazioni, sia che si viva in città che nelle aree rurali, per ridurre le emissioni di gas serra e fermare la distruzione della natura. Queste nuove sfide  non sono  state  ancora accettate   nel nostro paesino dove i dinosauri della politica   non hanno percepito l’importanza  dello sviluppo sostenibile e non hanno  ancora compreso che l’economia lineare è stata sostituita dalla meno inquinante economia circolare. Stiamo affrontando l’emergenza climatica e la trasformazione verso un futuro più sostenibile da spettatori paganti senza  tener conto della dimensione sociale e della lotta contro le disuguaglianze. Le sfide ambientali possono essere risolte solo se poniamo la riduzione delle disuguaglianze al centro dell’azione di politica Ambientale. L europea una leadership mondiale. Per questo motivo,  l’Italia e l’Europa  hanno dichiarato l’emergenza climatica e ambientale, hanno riconosciuto che non si può più continuare come in passato. Abbiamo bisogno di cambiamenti coraggiosi e massicci, che coinvolgano totalmente la nostra società . Abbiamo anche bisogno di lavorare in modo diverso, nei diversi settori, tra le generazioni, sia che si viva in città che nelle aree rurali, per ridurre le emissioni di gas serra e fermare la distruzione della natura. Queste nuove sfide  non sono  state  ancora accettate   nel nostro paesino dove i dinosauri della politica   non hanno percepito l’importanza  dello sviluppo sostenibile e non hanno  ancora compreso che l’economia lineare è stata sostituita dalla meno inquinante economia circolare. Stiamo affrontando l’emergenza climatica e la trasformazione verso un futuro più sostenibile da spettatori paganti senza  tener conto della dimensione sociale e della lotta contro le disuguaglianze.  Le sfide ambientali possono essere risolte solo se poniamo la riduzione delle disuguaglianze al centro dell’azione delle politiche  Ambientali. Lavorare per una società più equa è possibile, è conveniente, dobbiamo spiegarlo ai nostri futuri amministratori  perché una società diseguale, in cui ampie fasce della popolazione vivono in condizioni di povertà, alimenta la crisi ecologica. Nel nostro micro sistema ecologico si percepiscono  l’aumento della siccità, gli incendi boschivi, il dissesto idrogelogico ,  la perdita di servizi eco sistemici, l’invasione di specie aliene, lo squilibrio per  alcune specie autoctone ecc ecc. Queste sono prospettive spaventose, che devono essere prese sul serio. Dobbiamo agire per alleviare il rischio alla nostra popolazione  di   affrontare le sfide di cui non  si ha consapevolezza e capacitazione per ignoranza, incoscienza e superficialità.  Sfide che devono essere affrontate fin da ora contro il dissesto idrogeologico, la povertà energetica,  la  siccità , il perdurare del razionamento idrico , l’inquinamento dell’aria, l’inquinamento dell’acqua , l’impatto di queste sull’approvvigionamento alimentare e altri disastri naturali che diventeranno più frequenti e sempre più costosi per le casse comunali o che creano vere e proprie emergenze sociali come quella che si è già verificata nel 2017 con la severa crisi idrica e il relativo intervento delle autobotti.

 Monte San Giovanni Campano è un paese arretrato e lo si evince dal fatto che la nostra società, e in particolare i giovani, non vogliono nessun cambiamento. Con delirio di onnipotenza e con una strana fede  poco cattolica dissociata perfino   dall’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco   non pongono l’azione per il clima e la salute pubblica tra le loro più alte priorità. Dovrebbero essere  loro i motori dei profondi cambiamenti di cui abbiamo bisogno ma stranamente restano ancorati ad un modo di vivere e di agire che non ha nulla a che fare con il presente. Eppure nel resto del Mondo è percepibile il radicale cambiamento che  parte dal modo in cui ci alimentiamo, dal modo in cui ci vestiamo, all’aria – e alla sua qualità – che respiriamo, allo sviluppo sostenibile, all’economia circolare. Cambiamento percepito  persino dalla Regione Lazio che ha messo al centro di ogni finanziamento la sostenibilità , l’economia circolare e la riduzione dell’inquinamento . Cambiamento  che seppur evitato nel nostro paesino  è ben evidente  a livello regionale e  nazionale  dove sono in corso sforzi notevoli per migliorare la qualità della vita e la  traiettoria di ogni percorso  per raggiungere un futuro più sostenibile.

Lo stato dell’acqua potabile 2020 – Il razionamento idrico, iniziato nel 2004 dal gestore del servizio idrico integrato, è continuato per tutto il 2020 alimentato dalla mancanza di investimenti per la sostituzione dell’acquedotto comunale oramai obsoleto e con perdite che sono percepibili da chiunque. Il Comune è rimasto silente di fronte alla popolazione mostrandosi genuflesso al volere della multinazionale  che dovrebbe gestire il servizio idrico integrato ma che di fatto  si è trasformata nel nostro esattore per un servizio attuato con modalità strane, atipiche e con tanto spreco di acqua potabile  che invece di arrivare ai rubinetti delle famiglie si perde  nei fossi.

Lo Stato della depurazione delle acque reflue – Altro servizio propinato in modo molto approssimativo  dal gestore del servizio idrico integrato che fino a qualche tempo fa e nonostante l’infrazione europea lo aveva  attuato parzialmente con depuratori obsoleti e mal funzionanti.   Fare Verde , da sola, ha dovuto affrontare una battaglia epocale contro il colosso ACEA ma ha dimostrato che anche una multinazionale può essere battuta se c’è la determinazione di chi combatte  per una giusta causa. Negli anni sono arrivati i grandi successi per Fare Verde che ha ingaggiato battaglie legali poi trasformatesi in  interventi concreti sulla depurazione delle acque reflue. Battaglie portate avanti  senza l’intervento del Comune che non le  ha mai voluto sostenere  tanto è vero che è rimasta storica la frase di un amministratore scienziato  quando le descrisse come “battaglie contro i mulini a vento”. E invece… è stata ottenuta la ristrutturazione del depuratore di Porrino che almeno ora non puzza più; il depuratore Pantanelle è stato demolito e ricostruito totalmente; il depuratore Fontana Magna, che andrà a sostituire anche altri depuratori, è in costruzione; è stato stanziato denaro per il depuratore Santa Filomena a Colli, altri depuratori (Campangone e Colle Pupazzo) vengono ora controllati con maggiore frequenza. Su pressioni indicibili e continue di Fare Verde sono stati realizzati, dal gestore del servizio idrico integrato, tratti di fogna  indispensabili per l’igiene,  la salute e alla sicurezza pubblica che nulla hanno a che fare con l’inutilità di alcuni   marciapiedi e di tanti  pali della pubblica illuminazione. Insomma un’azione sul territorio che invece di portare ad un pubblico riconoscimento portò la giunta comunale a decidere di nominare un avvocato per le “opportune” azioni legali contro chi a loro dire rovinava il buon nome “dell’amata città” con le denunce e gli articoli sulla stampa che sottolineavano  ogni forma di inquinamento.

Lo stato dell’igiene urbana – Monte San Giovanni Campano è un paese a dir poco strano tanto è vero che dopo 11 anni di raccolta differenziata non è riuscito ancora a raggiungere l’obiettivo del 65%   previsto dalla legge per il 2012.  A smentire  le chiacchiere dei politicanti che favoleggiavano risultati eclatanti sulla stampa locale ci sono i dati reali del Catasto Rifiuti Nazionale del Governo Italiano  che certificano la raccolta differenziata per Monte San Giovanni Campano al 59,45% per il 2019 ,unico dato ufficiale da prendere in considerazione rispetto alle corbellerie che sono state pubblicate su7in giornali online e cartacei.  Alla debacle del compostaggio domestico che si è perso di vista come progetto di grande spessore per la riduzione dei rifiuti si aggiunge la costruzione nei “tempi supplementari” della mini isola ecologica a Laoria. La piccola isola ecologica  parte obsoleta come concezione ed infatti è scollegata all’economia circolare per la popolazione  e non ha alcuna rilevanza economica   per il sociale. Fatto è ed è inconfutabile  che il comune di Monte San Giovanni Campano cede tutte le materie prime seconde alla società che gestisce l’igiene urbana e quindi il ricavato che viene pagato dai vari consorzi per il riciclo  non viene spalmato sulle bollette della popolazione come premio per aver prodotto rifiuti riciclabili  ma va direttamente ad ingrassare il conto corrente nelle della società che gestisce il servizio di igiene pubblica .  Servizio di igiene pubblica che nel 2019 è costato la bellezza di circa 1.360.000,oo euro per non raggiungere nessun obiettivo previsto dalla legge compresi gli   obiettivi sociali come ad esempio le bollette più leggere per la popolazione. Si ricorda al lettore infatti che in Italia è attivo il principio di  chi inquina paga e quindi all’aumento della percentuale della raccolta differenziata dovrebbero corrispondere bollette più leggere.

Lo stato dell’ambiente per la qualità dell’aria.

Fare Verde Gruppo Monte San Giovanni Campano distende un velo pietoso sulla qualità dell’aria a Monte San Giovanni Campano ricordando che siamo uno tra i paesi che hanno l’aria più inquinata  del Lazio. Le correnti d’aria e le condizioni climatiche particolari ci hanno fatto inserire in quell’elenco dell’infrazione Europea per l’aria inquinata e non ci sarà modo per uscirne se non verranno presi drastici provvedimenti per monitorare localmente la qualità dell’aria e per contrastare l’inquinamento causato principalmente dalla combustione delle biomasse. Inquinamento dell’aria non percepito dalla popolazione che è ancora convinta di respirare aria di ottima qualità che  forse  verrà percepito se l’infrazione europea si trasformerà in sanzione semestrale per i piccoli comuni come al nostro …un po’ come accadde per la discarica di rifiuti Monte Castellone che fu sanzionata con una multa semestrale da 200.000,oo euro. L’inquinamento dell’aria  va contrastato anche combattendo la povertà energetica della popolazione con interventi mirati come a quello sostenuto dalla Regione Lazio con   le Comunità dell’Energia.  Questo nuovo modo di produrre energia pulita  potrebbe limitare la povertà energetica che è una delle maggiori responsabili  dell’inquinamento dell’aria causato dalla combustione delle biomasse.

Lo stato del consumo del suolo

La nostra Associazione di protezione Ambientale (si legga bene di protezione Ambientale) non va di certo per asparagi o per funghi quando vigila sul territorio. Se esistono le Associazioni di protezione Ambientale vuol dire che c’è chi offende l’Ambiente altrimenti non ci sarebbero. Gli abitanti di Monte San Giovanni Campano poco rispettosi delle leggi sono rimasti ancorati al fazzoletto di terra avuto in eredità o acquistato dai parenti  su cui , non si sa per quale sacrosanta ragione,  ci devono costruire casa che poi inevitabilmente negli anni  rimarrà disabitata per la fuga e per l’invecchiamento della popolazione oramai arrivata a 12393 abitanti con indici di vecchiaia spaventosi.

Tanto abusivismo edilizio e  tante pratiche di abusivismo edilizio sospese in un limbo inspiegabile fatto di scuse e di prepotenze minacciose. Minacce e insulti che ci sono stati riservati da chi  è affetto dal delirio di onnipotenza in una situazione che è già esplosa da quando sono iniziate le demolizioni lungo il torrente Amaseno ed  è stato  denunciato l’allora Assessore ai Lavori Pubblici .  Denuncia da cui è scaturito il processo che è in corso presso il Tribunale di Cassino che la pseudo  stampa locale ha voluto , vuole minimizzare e addirittura  ignorare per forza. Le  oltre 100   segnalazioni per gli abusi edilizi  realizzati a Monte San Giovanni Campano fatte dalla nostra Associazione evidenziano uno spaccato delinquenziale estremamente negativo con  un comportamento antigiuridico diffuso e arrogante. Numerosi  politici direttamente coinvolti a vario titolo in procedimenti penali compresi quelli per abuso edilizio  hanno fatto il resto facendo passare per disonesti chi denuncia i reati  e per onesti i delinquenti che li hanno commessi.  Risultato logico di pregiudizio  se si analizza  la filastrocca pseudo religiosa e diseducativa con cui sono cresciuti questi soggetti con  amicizie non proprio raccomandabili: “Chi fa la spia non è figlio di maria non è figlio di Gesù e quando muore va laggiù.. va laggiù da quell’ometto che si chiama diavoletto”! Soggetti che   durante il saccheggio  del territorio   hanno tralasciato di dire che  Fare Verde ha firmato tutti gli esposti   e che l’associazione è stata molto clemente a non costituirsi parte civile in ogni processo per abusivismo edilizio. Addirittura ci sono state date  paternità per il famigerato art.36 con il quale alcuni disobbedienti  volevano sanare gli abusi edilizi.  In quel frangente per ignoranza o per ottusità mentale non si rendevano  conto che  una pratica del genere nel momento in cui non fosse stata accettata si sarebbe trasformata in auto denuncia. Insomma un marasma del chi “dice dice”  alimentato dall’ignoranza più becera, dall’opportunismo politico che finalmente trovava chi gli toglieva la gatta da pelare  attraverso gli  esposti per abusivismo edilizio. Tuttavia  e nonostante tutto il grazie di Fare Verde Gruppo Monte San Giovanni Campano  va a quel tecnico rimasto anonimo ( forse non troppo anonimo) che mandava ad  imbucare nella nostra buca della posta le piantine e le spiegazioni per decine e decine  di abusi edilizi con particolari così ricercati che solo un tecnico di grande esperienza nel settore avrebbe potuto conoscere.  

Una situazione di degrado morale e Ambientale che non ha precedenti, dove ogni escamotage è stato buono pur di sottrarre il  terreno all’agricoltura, ogni sotterfugio è stato  utile per non punire i colpevoli, ogni momento è stato  buono per fare una gettata di cemento senza alcuna autorizzazione. Se Fare Verde ci si mettesse di punta e la finisse di aspettare il mese di Aprile 2020  per segnalare  tutti i piazzali costruiti abusivamente  in cemento armato si scatenerebbe un inferno in terra… tuttavia ci sono alcuni abusi edilizi particolarmente gravi su cui non si può assolutamente  aspettare. Quando si costruisce un manufatto industriale  o addirittura una  villa lungo il nostro Torrente Amaseno in area dove è proibito costruire  poi nessuno si può lamentare se ne viene pretesa  la demolizione. Quindi le persone che cercano in un modo o nell’altro di denigrare la nostra attività di protezione Ambientale inizino a ragionare invece di sparlare per farsi belli e  apparire come sodali  con chi prima o poi dovrà demolire.  

Lo stato dei boschi.

Degrado Ambientale, rifiuti, alberi caduti, incendi , tagli strani e percorsi abusivi da moto cross  è in accadimento  nella Pineta Morroni nel disinteresse più completo del comune che pensa solo  ai pali della pubblica illuminazione e ai marciapiedi.  L’area  verde  è oramai quasi scomparsa perché tanto arredo è stato trafugato o bruciato. L’unica fontanella presente nell’area verde non funziona e non c’è neppure un bagno chimico per chi volesse passare una giornata in quel che resta del bosco Morroni dopo gli svariati incendi.

Il Bosco presente a Lucineto già oggetto di denuncia da parte di Fare Verde,  contro  chi stava tagliando abusivamente e stava distruggendo l’habitat dello scoiattolo rosso, è in ripresa dopo i danni causati da chi in preda a delirio di onnipotenza si credeva di essere  il padrone del cielo e della terra.

Lo stato delle acque di superficie.

L’assenza del sistema fognario in alcune aree di Monte San Giovanni Campano rende non potabile l’acqua dei pozzi privati  presenti tanto è vero che da nostre rilevazioni attuate tramite analisi biochimiche sono risultati presenti coliformi ad una profondità di circa 70 metri. Una situazione particolarmente grave vista la crisi idrica che attanaglia il territorio oramai da 16 anni. Tutte le sorgenti di superficie pubbliche hanno acqua non potabile in quanto il comune non spende denaro per  le analisi biochimiche relative alla potabilità delle acque che sgorgano dalle sorgenti. In buona sostanza il comune non è interessato alle acque sorgive perché è chiaro che ancora  non si è capacitato sul consumo sostenibile della risorsa idrica e quindi lascia la popolazione completamente a secco .

Le acque di superficie del torrente Amaseno non scorrono più dal territorio di Casamari fino a Poldo. In quel tratto di torrente ci sono solo gli scarichi dei depuratori di Veroli, Monte San Giovanni Campano ,  Boville Ernica e gli scarichi abusivi di gente che si arroga il diritto di fare come gli pare.

Sul fiume Liri che è al centro di dibattito inter regionale per il suo inquinamento che ci vede protagonisti in tv e sulle radio si distende un velo pietoso. Schiuma  e rifiuti vengono sversati da scarichi abusivi nel fiume come se fosse una discarica liquida. Nel frattempo la provincia di Frosinone si ostina a ripopolare il Liri con trote che hanno una aspettativa di vita bassissima pur di soddisfare una manciata di pescatori in uno spreco infinito di risorse. Una mancanza di controlli che è semplicemente  spaventoso che ha portato verso l’anarchia assoluta soprattutto per  chi scarica nel fiume conscio di non passare nessun guaio con la giustizia.

Per ultimo Fare Verde consiglia vivamente al comune di iniziare a capacitarsi che esiste anche l’inquinamento elettromagnetico e ci sono delle vie anche nel capoluogo che presentano veri grovigli di cavi dell’alta tensione che a lungo andare producono danni al sistema immunitario di chi ci abita. E poi la pubblica illuminazione con gli oltre 3500 pali infissi sul territorio è solo scandalosa visto che nel capoluogo è mista tra led e incandescenza;  mista lo è anche da via dei Codardi a Scaccia, mista lo è anche dalla Pineta a Porrino e in altri luoghi ci sono i pali da un paio di anni ma non c’è l’allaccio all’energia elettrica. Insomma un miscuglio esagerato che fa comprendere a chiunque di quanto possa essere approssimativo il risparmio energetico realizzato da impianti realizzati a led ma che man mano sono stati trasformati in misti led/incandescenza in uno spreco di denaro e con u7n consumo di CO2 da far paura. .

Si chiude così la breve relazione  Stato dell’Ambiente 2020 di  Monte San Giovanni Campano senza alcun segno positivo e nessuna prospettiva per il futuro. Praticamente il paese resta ancorato a concezioni retrive degli anni ’50 , perde di vista ogni obiettivo per lo sviluppo sostenibile, ignora l’economia circolare , non ha nessuna percezione della povertà energetica, cerca l’assistenzialismo nell’emergenza e non si rende conto che ancora oggi sta cercando di soddisfare bisogni sbagliati  che non sono collegati all’anzianità della popolazione.

Fare Verde Gruppo Monte San Giovanni Campano
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