VIOLENZA DONNE. LATINA, PROIEZIONE ‘SHUTDOWN’ CON ISTITUTO LUCE A SOSTEGNO VITTIME.

CICCARELLI (PARI OPPORTUNITA’): USO FONDI EUROPEI PER FAR EMERGERE SOMMERSO

Latina La Giornata internazionale della violenza contro le donne, che si celebra ogni anno il 25 novembre, assume quest’anno un significato diverso visto il periodo drammatico sotto il profilo sanitario, economico e sociale che ha acuito il rischio di violenza all’interno delle famiglie. Le case che durante il periodo di lockdown hanno restituito certezza e riscoperta di tradizioni dimenticate per molti, per alcuni hanno rappresentato l’inferno. Per quelle donne vittime di violenza la pandemia ha avuto un impatto devastante. Per questo il Comune di Latina grazie alla sinergia dei vari assessorati ha voluto dedicare una video installazione ‘Shutdown’ per lanciare, attraverso l’arte, un segnale forte a sostegno delle donne vittime di violenza e che sara’ proiettata oggi pomeriggio alle 17,30 a Piazza San Marco. L’opera e’ realizzata dall’Archivio Storico Istituto Luce con una selezione delle foto provenienti dalla call ‘Life in the time of coronavirus’ e promossa da Roma Fotografia in collaborazione con la rivista ‘Il Fotografo’, il Festival della fotografia Etica di Lodi e The Walkman Magazine. L’agenzia di stampa Dire ha parlato di questo e di altri progetti messi in campo sul territorio a sostegno delle donne e per far emergere il sommerso con l’Assessora alle Politiche di Welfare e Pari Opportunita’ del Comune di Latina, la dottoressa Patrizia Ciccarelli.
 Oggi 25 novembre si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, quali sono le iniziative organizzate dal suo Assessorato a sostegno delle donne vittime di violenza?
“Le iniziative in realta’ sono partire gia’ nei giorni scorsi. Tra queste una campagna di divulgazione che ha l’obiettivo di veicolare diversi messaggi promossa dal Centro Donna Lilith di Latina nato oltre 30 anni fa, uno dei primi centri antiviolenza italiana e patrocinata dal comune a favore delle donne e di coinvolgimento per tutta la comunita’. Ieri inoltre e’ stato organizzato un tavolo di confronto con le varie personalita’ nel quale le donne sono state protagoniste di questo progetto teso a trovare la soluzione al ‘problema dei problemi’ e cioe’ quello dell’autonomia economica scoglio per molte che intraprendono i percorsi di uscita dalla violenza. Solo attraverso l’autonomia si puo’ aspirare ad avere una vita indipendente. Anche grazie al finanziamento stanziato dal Dipartimento delle Pari opportunita’ della Presidenza del Consiglio dei Ministri e’ stato possibile mettere a punto modelli innovativi che si basano sull’integrazione delle attivita’ sia per le donne che operano per il recupero dell’uscita dal trauma sia quelle che operano sul percorso formativo e che vede coinvolte le donne imprenditrici che hanno fatto da tutor. Questa sinergia ha dato vita ad un laboratorio ‘La. B’ che si basa sul concetto di economia civile e circolare del riuso dei materiali di scarto per realizzare prodotti artigianali”.

– Nel pomeriggio e’ previsto un evento nato in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Latina. Ci racconta nel dettaglio l’iniziativa e l’importanza, per donne vittime di violenza di usare il mezzo artistico come forma di comunicazione ed espressione?
“Nella miriade di iniziative che oggi caratterizzeranno questa giornata c’e’ anche questo evento pomeridiano che e’ programmato alle 17,30. Ci sara’ anche la polizia di stato con il proprio camper una presenza per noi importante che segna un lavoro di rete, l’orologio del Comune si colorera’ di mille colori. Il rosso che e’ il simbolo della lotta alla violenza contro le donne, l’arancione simbolo del ‘Soroptimist Club di Latina’, il fucsia caratteristico dell’associazione ‘Non una di meno’. Abbiamo voluto in sinergia con l’Assessorato alla Cultura, l’assessorato alle politiche di Welfare e grazie alla spinta del consigliere che ha la delega all’arte contemporanea, il dottor Fabio D’Achille e con Soroptimist Club fare un focus sulla violenza di genere problema acuito dalla pandemia. Alle 17,30 in Piazza San Marco e’ prevista la proiezione, che parte dalla terrazza dello storico Museo Cambellotti, di una selezione di foto piu’ una videoinstallazione a cura di Serenella Scuri che e’ stata realizzata in collaborazione con l’Istituto Luce di Cinecitta’. Si tratta di raffigurazioni di donne in epoca di lockdown una fase di sacrificio per tutti gli italiani ma che per qualcuno lo e’ stato di piu’. L’appuntamento sara’ anche visibile in diretta streaming sui canali del Comune di Latina. Le case che per molti sono stata un rifugio per altre sono state un inferno. In questi momenti i centri antiviolenza con le nostre case rifugio hanno sempre voluto dire ‘e’ vero possiamo stare in casa, ma da alcune si puo’ fuggire’ perche’ le associazioni e gli Enti sono sempre reperibili”.

– A tal proposito quante case rifugio sono attive in questo momento sul territorio e se nasceranno di nuove? In che modo il suo assessorato contribuisce a far emergere il sommerso?
“Le case rifugio e i Centri antiviolenza sono sempre troppo pochi. Il nostro territorio ha portato avanti sempre una politica di eccellenza in questo senso perche’ oltre 35 anni fa e’ stato fondato il Centro donna Lilith, di cui io stata tra le fondatrici, e che ha dato vita ad uno dei primi centri antiviolenza in Italia che per molto tempo peraltro e’ rimasto l’unico sul territorio provinciale. Una casa rifugio circa 20 anni fa e’ stata aperta mentre 10 anni fa, in sinergia con il Comune di Latina e con il Dipartimento Pari Opportunita’, sono nate due case di proseguimento. Sono servizi importanti nati dalla base e dalle donne, dai percorsi femminili e femministi ma che il sistema dei servizi istituzionali che lavorano in rete con tutti gli altri attori che devono essere riferimento per le donne. Certamente c’e’ la necessita’ di emersione del sommerso per questo e’ importante cogliere ogni opportunita’ e forma di finanziamento per sperimentare, migliorare il rapporto di fiducia con le donne, che a volte non si sentono adeguatamente protette dalle istituzione. Si dice che la politica di contrasto alla violenza si traduce nelle 4 P: punizione certa del maltrattante, la protezione soprattutto nel momento in cui la donna denuncia fase piu’ pericoloso dove la rete deve sostenere la vittima, la prevenzione che deve partire dalle scuole e parlare di cosa e’ effettivamente e’ una relazione d’amore nel momento piu’ delicato della crescita per far acquisire ai ragazzi gli strumenti per riconoscere quello che e’ amore dal possesso. Infine c’e’ la quarta P, le politiche inclusive e che siano in grado di contrastare davvero lo stereotipo della relazione asimmetrica che diano lavoro e permettano la conciliazioni tra i tempi di vita e di lavoro. L’occasione che abbiamo oggi dall’uscita della pandemia e’ l’uso dei fondi europei. Tutte queste azioni devono eliminare le disuguaglianze che la pandemia ha evidenziato in tutta la sua brutalita’”.
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