ROMA. BERNAUDO: “Liberisti italiani in campo, dialogo con il centrodestra”.

ROMA – “Per Liberisti Italiani la tappa di Roma e’ fondamentale perche’ e’ l’esempio di come lo statalismo abbia creato degenerazione e corruzione, di come il ‘mito’ dello Stato che fa l’imprenditore, in questo caso il Comune, generi solo disastri. Serve una figura che possa mettere in campo questa cura. Mi fa piacere che Giorgia Meloni abbia detto che non ci sono veti per nessuno e sono convinto che con il centrodestra si possa dialogare visto che noi non abbiamo punti di contatto con il Pd e il M5s”. Cosi’ il leader di Liberisti italiani e candidato sindaco di Roma, Andrea Bernaudo, nel corso di un’intervista con l’agenzia Dire, nell’ambito della rubrica DIREzione Roma.

“Matteo Salvini- aggiunge- ha detto che vuole fare una rivoluzione liberale. Noi con molta umilta’ e determinazione siamo in campo con la nostra cura liberista e nella nostra lista abbiamo gia’ 50 imprenditori e commercianti che non vogliono piu’ fare gli spettatori. Noi siamo pronti: questa e’ una citta’ morta, che va rivitalizzata. Serve una scossa. E su questo ci confronteremo con il centrodestra”.

BERNAUDO: “UNICA SOLUZIONE PER CITTÀ È UNA SCOSSA LIBERISTA”
“Si devono abbandonare i particolarismi e si deve iniziare a parlare del programma- aggiunge Bernaudo- di quello che serve per far rinascere questa citta’ che la giunta guidata da Virginia Raggi, e quelle prima, hanno ridotto in cio’ che hanno sotto gli occhi tutti i romani, al di la’ della propaganda. Noi siamo convinti che il sindaco debba essere un politico, che debba avere un approccio politico e un programma con una visione politica chiara. La soluzione non e’ la ricerca di un nome ma la svolta che bisogna dare alla citta’. E l’unica possibile e’ una cura liberista, una scossa liberista. Vorrei che le forze politiche del centrodestra ragionassero sulle cose da fare per Roma”.

BERNAUDO: “BERTOLASO? BRILLANTE CITY MANAGER, MA A GUIDA SERVE POLITICO”
“Bertolaso? Lui- risponde Bernaudo- ha dimostrato in piu’ di un’occasione di essere una persona che sa eseguire le cose da fare in tempi certi e con successo. Lo abbiamo visto per la ricostruzione dell’Aquila e, recentemente, per l’ospedale d’emergenza a Milano. Qualsiasi amministrazione, di qualsiasi colore avrebbe bisogno nella giunta di un uomo come lui. Ma alla guida della giunta serve una persona con una visione politica di cambiamento di questa citta’, mentre Bertolaso e’ un tecnico, un grande manager e potrebbe essere un brillante city manager. Non e’ un politico”.

BERNAUDO: ATAC E AMA? GARE PER AFFIDARLE A ECCELLENZE PRIVATE
Per Bernaudo “sono tre i problemi da risolvere a Roma: rifiuti, trasporti e manutenzione, a partire dalle aree verdi. La politica non deve occuparsi di gestire i servizi ma solo di indirizzarli e controllarli. Secondo noi vanno fatte le gare per affidare il servizio, aprendo al mercato, con bandi seri che prevedono anche il riassorbimento del personale necessario, lasciando spazio alle eccellenze del privato”.

“Atac e Ama hanno fallito la loro mission. Gestiscono il servizio- spiega Bernaudo– come tutti i romani possono vedere e non hanno risolto i problemi, anzi li hanno aggravati, esponendo Roma a critiche pesanti a livello internazionale. Hanno sbagliato tutti quelli che hanno pensato che queste due societa’ dovessero essere gestite al 100% dal Comune di Roma. Io dico ai romani che se pensano che il problema dei rifiuti e dei trasporti possa migliorare solo cambiando i manager poi non si possono lamentare. Non e’ un problema di manager, ma di un sistema parastatale, che e’ tecnicamente fallito. Non solo dal punto di vista economico ma anche dal quello della mission, basta guardarsi intorno. Con i privati il controllore non sarebbe il controllato, come avviene oggi, e il Tpl non perderebbe la sua natura di pubblica utilita’. Cambierebbero solo i criteri con cui sarebbero gestiti i servizi”.

BERNAUDO: SERVONO QUATTRO IMPIANTI PER VALORIZZARE RIFIUTI
“A Roma vanno costruiti quattro impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti- prosegue Bernaudo- che siano in grado di valorizzarli, come avviene in altre capitali, come ad esempio a Copenhagen. Qui c’e’ il tabu’ per gli impianti per il ciclo dei rifiuti. Ovviamente dovranno essere fatti a impatto zero, di ultima generazione e che non creino problemi di inquinamento. Nelle periferie, invece dove c’e’ spazio, perche’ non interriamo i cassonetti come e’ stato fatto in tante altre citta’?“.

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