Roma/Lazio. PCI su mobilitazione scuole.

Partito Comunista Italiano Comitato Regionale Lazio

COMUNICATO 21 gennaio 2022

Roma/Lazio. Il PCI sostiene mobilitazione nelle scuole e attacca il Governo

Durante l’audizione alla Commissione Cultura della Camera il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi ha snocciolato una serie di numeri – commenta Oreste della Posta, segretario del PCI Lazio -, tutti tesi a dimostrare che gli alunni sono quasi tutti in presenza nelle scuole. Che vuol dire, che va tutto bene? Niente affatto e il Ministro fa finta di nulla! Noi comunisti crediamo, invece che quanto stanno facendo in questi giorni gli studenti in ben cento scuole a Roma, ad esempio, e come hanno fatto poche settimane fa anche a Napoli e nel resto d’Italia, mostra un’altra cosa: che questo Governo, a partire dal capo del dicastero scolastico, se ne infischia della scuola. Dei lavoratori della scuola, docenti e non docenti. Degli studenti. Infatti – chiede il segretario comunista – come fa un governante a non vedere la corrispondenza tra ritorno a scuola e aumento dei contagi soprattutto tra i minori? Come fa a non comprendere che la DAD in quanto tecnica di aiuto e sostituzione non è una scelta che molti – tra cui anche noi – non vorrebbero scegliere ma in assenza di sicurezza, sicurezza per la salute, diventa la necessità? Come fa quuesto Governo a fare finta che stiamo affrontando questo problema da oggi – con la scusa di Omicron -? I provvedimenti di areazione, di ampliamento degli spazi, di soluzioni per i trasporti da casa a scuola ecc. sono tutti temi che sindacati, studenti, e anche noi comunisti abbiamo chiesto da tempo. Mesi, ed ormai possiamo dire oltre un anno fa! Anche il Lazio sta soffrendo terribilmente questa situazione. Concordo pienamente con Luca Cangemi, responsabile Scuola del PCI che proprio in questi giorni a ridosso delle mobilitazioni nelle scuole ha dichiarato: La scuola italiana vive un’altra stagione drammatica. L’ondata di contagi sta mettendo definitivamente a nudo il carattere propagandistico e cialtronesco delle parole del ministro dell’Istruzione Bianchi, che non è in grado di garantire né la sicurezza di chi lavora e studia nelle scuole italiane, né il diritto allo studio. Inoltre, indicazioni contrastanti, protocolli inapplicabili, un costante gioco a scaricabarile delle responsabilità stanno gettando in queste ore l’intero sistema scolastico in un autentico caos, dalle conseguenze imprevedibili. Vengono al pettine nodi che sono noti sin dalla primavera del 2020: tracciamento, spazi, dispositivi di protezione, trasporti, organici. Tutti capitoli che richiedevano un investimento e un’attenzione che invece non ci sono stati. Da parte del governo nazionale innanzitutto ma anche da parte di governatori regionali sempre pronti alla propaganda strumentale, sempre assenti al momento delle scelte. Questo ministro ha dimostrato di non farsi carico della salute dei docenti, del personale ATA, degli studenti, non si è fatto carico del diritto allo studio così colpito in questi anni, ha privilegiato -strumentalizzando la pandemia anziché fronteggiarla -le esigenze propagandistiche del governo e la sua agenda di aziendalizzazione della scuola. Adesso basta. Le dimissioni di Patrizio Bianchi sono necessarie e urgenti.” Proprio a sostegno delle mobilitazioni in atto, e proprio per essere coerenti con le necessità a cui dare risposte, la chiarezza è la prima cosa da fare. Le dimissioni – conclude Oreste della Posta – sono il solo atto veritiero che farebbe iniziare una nuova discussione di merito con provvediemnti per la scuola e non contro.”.

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